domenica 3 febbraio 2013

Les Misérables: un musical al cinema può funzionare? Solo se ti piace il musical

Ieri ho visto Les Miserables e non mi è piaciuto. La notizia ha sconvolto anche me.
Dopo l'entusiasmo germogliato in me durante la lettura del capolavoro di Hugo, temevo di cadere sotto i colpi della bellezza del film, in preda a sindrome di Stendhal. Così non è stato.
Una percentuale di colpa è dovuta alla mia ingenuità e al mio fervore religioso nei confronti della letteratura che a volte mi porta a dimenticare che gli adattamenti raramente riescono a raggiungere il livello di perfezione dell'universo immaginifico costruito dal lettore. Citando proprio i Miserabili: "Oh, ideale, solo tu esisti!".
Un altro errore in cui mi sono imbattuta è stato non informarmi dettagliatamente sulla natura del prodotto. Il problema è sempre lo stesso: quando nutro aspettative sconfinate, cerco di saperne il meno possibile per non rovinarmi nulla. Mi lascio suggestionare dall'immaginario da me creato, basato su piccoli spezzoni, briciole, bisbigli. Spesso questa strategia è risultata vincente. In questo caso, no. Sapevo che fosse ispirato al musical, non pensavo fosse il musical.   
Il film è INTERAMENTE cantato. A prescindere dal fatto che non sono un amante del genere, la domanda è questa: che senso ha portare AL CINEMA un qualcosa che è destinato (per dei motivi, non per dei pregiudizi) ad un altro canale, ad un'altra sede cioè il teatro? Escludo il fattore commerciale, perché non sono abituata a tenerlo in considerazione quando do un giudizio di merito sul prodotto, non sul contesto.  Se vogliamo ragionare anche su questo fattore, capisco bene e apprezzo il tentativo di avvicinare molte più persone alla storia de i Miserabili, soprattutto in ricorrenza dell'anniversario, e naturalmente comprendo le ragioni di marketing che portano ad un'operazione commerciale di tale portata con un cast capace di attrarre un bacino enorme. Tuttavia, se ragioniamo unicamente sul fattore artistico, su quanto effettivamente funzioni un'impresa di questo genere, allora dobbiamo riconoscere i limiti del caso.
Un film musicale come "Mamma mia" o di ancora più classico come "tutti insieme appassionatamente", è un modello collaudato e con un cast sopra la media come quello de les miserables avrebbe accontentato sia la tradizione del musical sia un pubblico più variegato che avrebbe gradito una narrazione più complessa, meno semplificata. I dialoghi, di cui il film è completamente sprovvisto, avrebbero aggiunto qualcosa di più. Il problema non è solo sostanziale ma anche tecnico. Un musical al cinema non funziona come dovrebbe. Il montaggio è macchinoso, le sequenza sono appiccicate, non scorrono. I cambi d'ambientazione sono troppo repentini. A cosa è dovuto? Semplice. A teatro, i cambi scena sono così: macchinosi. Il pubblico lo accetta perché sa in che canale ci troviamo e quali regole stiamo seguendo. Al cinema, non può accettarli. Due ore e mezza di cantato, più spesso un cantato-parlato, sono rischiose perché potrebbero frustrare lo spettatore.

I personaggi più riusciti sono il granitico Enjolras (Aaron Tveit), Fantine (una bravissima Anne Hathaway) e il pentito Jean Valjean (Hugh Jackman). Impeccabili inoltre le incarnazioni perfette della miseria: Gavroche e Cosette (bambina), balordo uno quanto innocente l'altra. I meno riusciti sono un Marius che a me è sembrato troppo out of character (eliminato completamente il conflitto con il padre - quello con lo zio è una cornice - e la conseguente conversione ideologica che lo rendevano un personaggio dalla statura immensa), ma soprattutto un Montparnasse che non c'entra assolutamente nulla con il principe nero dei bassifondi. Peccato, perché la Petite matin, il circolo di criminali che gira intorno a Thenardier, con il carico di personaggi lugubri che porta con sé (non solo Montparnasse ma anche Babet, Claquesous), poteva dare al film un'anima dark (anche musicalmente) che Les Miserables non possiede, malgrado le inquadrature spaventose della massa di poveri (simili ad un esercito zombie) che raffigurano comunque un'anonima massa, non una vera anima. C'è sicuramente una tendenza alla caricatura che se si adatta al dramma, meno adatta è per il cinema.   
Il difetto principale che imputo al film è di avermi lasciato emotivamente tiepida. Eppure c'erano tutti i presupposti per farmi struggere.
Les Miserables non è un film mediocre, anzi. Il rimpianto c'è per quello che invece avrebbe potuto essere. Avrei preferito qualcosa che si adattasse di più al cinema e che, di conseguenza, si avvicinasse di più, seppur ad una distanza enorme, al romanzo che il musical - non è una colpa - per ragioni strutturali non può. Quando vado al cinema voglio vedere un film, infedele al soggetto, ma che funzioni sullo schermo.

9 commenti:

  1. è il motivo per cui non andrò a vedere il film al cinema: non mi piace il genere "musical" e voglio conservare il (buon) ricordo della versione interpretata da Depardieu.

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  2. Concordo sul fatto che possa essere apprezzato soltanto dagli amanti del musical. Effettivamente, quasi tre ore di film interamente cantate possono risultare pesanti. Ma io, che amo il genere e sapevo bene cosa spettarmi, l'ho adorato come previsto.
    La versione con Depardieu è splendida, ma non dimentichiamo che c'era quel cane di Asia Argento nei panni di Eponine :P Samantha Barks è un altro mondo: una vera rivelazione!

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  3. sono d'accordo. non è stato fatto un vero lavoro di adattamento per il cinema. anzi, non è stato fatto quasi per niente...

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  4. a me non era dispiaciuta (del tutto) Asia Argento e, cmq, in quei Miserabili ricordo un impeccabile Javert interpretato da John Malkovich.

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  5. ecco...io volevo andarci ed ora grazie (?) al tuo commento non vado più... odio i musicals :(

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  6. Onestamente anche io non sono convinta di questo film.Non l'ho visto,ma penso che non andrò a vederlo.
    Forse perchè è un musical.Forse perchè i musical troppo musical non mi piacciono.
    O forse perchè non mi piacciono i musical in generale.
    Comunque cantare "i Miserabili",mi sembra una cosa davvero triste.
    Salut,
    Eva C.

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    1. Io se fossi in te, prima di dare un giudizio lo guarderei.
      Ho molti amici al quale non piace il genere (della serie, appena pronunci la parola musical iniziano a sbuffare o a lamentarsi..), ma sono proprio questi, che dopo averli convinti a vederlo, sono usciti dalla sala emozionati, entusiaste, ammettendo che è veramente un capolavoro. Quindi provare per credere!
      Non puoi dire che "cantare I MISERABILI è una cosa triste", non so se sai, ma è il musical che ha avuto più successo nella storia, pensa che a Londra è rappresentato ininterrottamente dall'anno del suo esordio, mi pare nell'86!
      Ma tralasciando questo, io ti consiglio di ascoltarlo per lasciarti travolgere dalle musiche e dalle canzoni che talvolta sono molto più efficaci di interi e pesanti dialoghi per trasmettere la felicità, l'amore, la speranza, la disperazione..
      Les Miserables è un musical da vedere, da ascoltare, ma soprattutto da vivere!
      La cosa che mi lascia senza fiato e che tento di realizzare ogni qual volta che ascolto queste melodie è che sono state proprio le menti degli uomini a concepire quest'opera così sublime(mi riferisco anche all'opera scritta da Hugo), teniamone di conto!

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    2. Sì, infatti giudicato isolatamente è molto bello e hanno tutta la mia stima sia i compositori, sia gli attori, la produzione ecc.. Un'opera immensa! Io l'ho rivisto due volte! Però penso che si poteva fare qualcosa di diverso, di più adatto al cinema e che emergesse di più la complessità dei caratteri e della storia. Ad ogni modo, nessuno può mettere in dubbio che sia stato fatto uno sforzo immane e il risultato non è assolutamente mediocre :)

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  7. Ciao, volevo dirti che ti ho assegnato il premio Liebster Blog Award! :D Qui trovi il link al post: http://libri-ehr.blogspot.it/2013/03/premio-liebster-blog-award.html
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    A presto!

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