giovedì 25 luglio 2013

Una finestra su Yates e Carver


 Yates e Carver sono quei nomi che ti rimbombano in testa da sempre. Un rimando casuale da parte di uno scrittore, una citazione in un film, un riferimento in un articolo di giornale. Sono ovunque in letteratura. Negli scaffali, tra i critici, annoverati tra gli autori più influenti, più consigliati, più amati, più detestati. Ho questo assillo da molto tempo: non aver ancora letto nulla di questi due maestri. Ora il problema è smettere. 

Perché ve ne parlo nello stesso post? Perché entrambi scrivono racconti? Perché entrambi sono americani? Non ho bisogno di lanciarmi in voli pindarici sull'importanza dell'esperienza americana nell'arte della short story. Quel modo americano di raccontare: con quel realismo lucido, analitico, a tratti brusco. Perché breve non è mica sinonimo di "superficiale, vuoto, inconcludente", come purtroppo continuano a riferirmi i non lettori di racconti. Queste due raccolte sono pienissime, strabordanti, ti travolgono con il loro carico di angoscia e disperazione invisibile.
Ho letto America oggi, e folgorata, ho iniziato subito Undici solitudini. Indovinarne due di fila così, è veramente raro.  Sarà perché ne ho sempre sentito parlare insieme. Yates e poi Carver. E io prima ho letto Carver con i suoi finali che ti spezzano il fiato e poi Yates con i suoi personaggi fuori posto, rotti, cattivi. Questo loro modo di indagare nelle piccole e misere vite quotidiane, fatte di ricatti e silenzi, trucchi e maschere. Non avete idea di cosa c'è dietro la normalità. Di cosa c'è dentro una banale e tranquilla vita in provincia.
"Due cose sono sicure: uno, ormai alla gente non gliene frega più niente di quello che succede agli altri; due, qualsiasi cosa succede, succede agli altri (...) E, intanto, la gente intorno a te continua a chiacchierare e a comportarsi come se fossi la stessa persona che eri ieri, stanotte, cinque minuti fa, e invece tu stai attraversando una crisi profonda e ti senti il cuore a pezzi…"
Con tutta quell'acqua a due passi da casa , America oggi
"Tutti avevano il cuore spezzato, certo. Però, lo stesso". 
Limonata, America oggi 


L'indifferenza degli altri. Il loro maledetto andare avanti. E tu non puoi. La solitudine che si arrampica sulle costole, infetta le esistenze dei protagonisti. Delle monadi, stanze senza finestre, che però non hanno alcun innatismo, non rispondono a nessun ordine. Sono lì, e basta. Siamo qui, e basta. Alla ricerca che qualcuno si accorga. E si fermi. Lo scrittore non può essere soltanto un altro spettatore. Questi due scrittori si sono fermati, hanno raccolto la testimonianza, la narrano, la consacrano.  
Hanno portato la luce in queste esistenze, uno sguardo gettato su quello che gli altri ignorano. La tensione drammatica che percorre le pagine e che eleva il quotidiano, il prosaico a collante universale. Questa è la letteratura che ci insegna a guardare meglio, a cercare le finestre ma anche le crepe vanno bene. Anche dalle fessure entra la luce.  

 “E dove sono le finestre? Da dove entra la luce?
Bernie, vecchio amico, perdonami, ma per questa domanda non ho la risposta. Non sono neppure sicuro che questa particolare casa abbia delle finestre.
Forse la luce deve cercar di penetrare come puo’, attraverso qualche fessura, qualche buco lasciato dall’imperizia del costruttore. Se è così, sta’ sicuro che il primo a esserne umiliato sono proprio io. Dio lo sa, Bernie, Dio lo sa che una finestra ci dovrebbe essere da qualche parte, per ciascuno di noi.”
Costruttori, Undici solitudini


Note a pié di pagina: mi fate un favore? Leggete anche Fitzgerald dopo Yates. E capirete. Sì, capirete che cose straordinarie hanno fatto queste "autorità del fallimento".

11 commenti:

  1. Lho fatto. Ho iniziato da Carver, ho continuato con Yates, ho ripreso Fitzgerald. Leggi "Easter Parade", di Yates, oppure "Cold Srin Harbor". Gente comune, chiusa in una a-morale dirompente, autodistruttiva. Non posso aggiungere niente al tuo bellissimo post, veramente degno dell'argomento. Ciao! (e che emozione leggere queste cose)

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    1. Ehm, il titolo giusto è "Cold spring Harbor"... non quella cosa che ho scritto lì

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    2. Lo farò, grazie mille per i complimenti! Da dove hai ricominciato con Francis? :)

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  2. Corro ai ripari, vado a colmare il vuoto che ho nella mia libreria mentale. Yates, Fitzgerald, Carver. Grazie del suggerimento

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    1. Figurati, cara :) Spero tanto che li amerai come ho fatto io!

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  3. Ciao Ilenia! Non commento mai ma ti seguo con piacere sia su Youtube che qui sul tuo blog. A proposito, spero in un nuovo video al più presto! Anche se immagino che ultimamente sarai stata impegnata con gli studi...sei una studentessa di Lettere giusto? Io inizio Filosofia a Settembre, in un certo senso mi sento di condividere qualcosa con te (il destino incerto o forse solo il fatto di frequentare una facoltà umanistica). Riguardo al post posso dirti che una settimana fa circa ho finito Revolutionary Road di Yates, non è un racconto ma mi è piaciuto davvero molto. Sicuramente leggerò altro di suo e anche di Carver! Sia "America Oggi" che "Cattedrale" sono nella mia wish list da molto tempo :)
    Tanti Saluti

    Silvia

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    1. Non ci crederai ma il nuovo video sta caricando su yt in questo momento!! C'è speranza!! In bocca al lupo per l'università e per le tue prossime letture! E grazie mille <3

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    2. Che bella notizia! Crepi il lupo, grazie a te! :) e buona fortuna per tutto...

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  4. Oltre a tutto il resto -che è molto- ho adorato la frase nel segnalibro. quant'è vera! aaaah la farò mia in meno di un secondo per la miseria! :-P

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  5. Non sono un'amante dei racconti, lo ammetto. Non ne ho letti molti e ancor di meno me ne son rimasti in mente. Uno degli ultimi libri che ho letto è stata proprio una raccolta di racconti: "Fango" di Niccolò Ammaniti. Questi racconti sono molto particolari, grotteschi. Ho notato che ami molto la narrativa americana, com'è nata questa passione? Io di americano, invece, non ho letto moltissimo.

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    1. Precisamente, non so. Il fatto di amare così tanto Fitzgerald, di aver letto i racconti di Mellville, di aver amato un solo racconto di Henry James. Davvero non so. Il fatto è che se sei un lettore e non fai altro che spulciare su internet rimandi ai tuoi autori preferiti, ti ritrovi poi con decine e decine di altri romanzi, di rimandi, di citazioni. è un labirinto da cui è impossibile uscire.

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